La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati sta analizzando, in sede referente, il cosiddetto Decreto Rilancio (Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34); ciò sta accadendo in seno all’iter di conversione in Legge del predetto Decreto che, a pena di decadenza del Decreto stesso, deve concludersi entro il 18 luglio 2020.

E’ di pochissimi giorni fa la notizia che la Commissione Bilancio intende proporre all’aula l’ampliamento dei destinatari del credito d’imposta previsto a favore di alcuni retailer dall’art. 28 del Decreto Rilancio.

L’art. 28 prevede attualmente che gli esercenti attività d’impresa, arte o professione:

  • hanno un credito d’imposta pari al 60% dell’ammontare del canone di locazione effettivamente pagato per i mesi di marzo, aprile e maggio 2020;
  • hanno un credito di imposta pari 30% dell’ammontare del canone di affitto d’azienda (o di ramo d’azienda) effettivamente pagato per i mesi di marzo, aprile e maggio 2020.

Requisiti sine qua non per l’utilizzo del beneficio fiscale sono:

  • l’aver avuto compensi o ricavi inferiori a 5 milioni di Euro nel precedente periodo di imposta;
  • l’aver subito nel mese di riferimento per il credito d’imposta un calo di fatturato di almeno il 50% rispetto allo stesso mese nel periodo di imposta precedente.

La Commissione Bilancio è favorevole all’estensione del beneficio fiscale anche a chi nel precedente periodo di imposta ha avuto un fatturato superiore a 5 milioni di Euro: in tal caso, però sarà pari non già al 60% dei canoni di locazione bensì al 20% e non già al 30% per gli affitti di azienda (e di rami d’azienda) bensì al 10%.

Inoltre, la Commissione Bilancio è favorevole all’eliminazione del riferimento ai fatturati del precedente periodo di imposta dando così la possibilità di usufruire del beneficio fiscale anche alle imprese avviate successivamente al mese di maggio 2019, finora impossibilitate ad accedervi.

Il miglioramento non pare particolarmente soddisfacente perché, a maggiori fatturati spesso corrispondono maggiori investimenti immobiliari, e dunque la diminuzione delle aliquote per gli imprenditori che fatturano più di 5 milioni di euro l’anno potrebbe non rappresentare un beneficio apprezzabile.

La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati sta analizzando, in sede referente, il cosiddetto Decreto Rilancio (Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34); ciò sta accadendo in seno all’iter di conversione in Legge del predetto Decreto che, a pena di decadenza del Decreto stesso, deve concludersi entro il 18 luglio 2020.

E’ di pochissimi giorni fa la notizia che la Commissione Bilancio intende proporre all’aula l’ampliamento dei destinatari del credito d’imposta previsto a favore di alcuni retailer dall’art. 28 del Decreto Rilancio

L’art. 28 prevede attualmente che gli esercenti attività d’impresa, arte o professione:

  • hanno un credito d’imposta pari al 60% dell’ammontare del canone di locazione effettivamente pagato per i mesi di marzo, aprile e maggio 2020;
  • hanno un credito di imposta pari 30% dell’ammontare del canone di affitto d’azienda (o di ramo d’azienda) effettivamente pagato per i mesi di marzo, aprile e maggio 2020.

Requisiti sine qua non per l’utilizzo del beneficio fiscale sono:

  • l’aver avuto compensi o ricavi inferiori a 5 milioni di Euro nel precedente periodo di imposta;
  • l’aver subito nel mese di riferimento per il credito d’imposta un calo di fatturato di almeno il 50% rispetto allo stesso mese nel periodo di imposta precedente.

La Commissione Bilancio è favorevole all’estensione del beneficio fiscale anche a chi nel precedente periodo di imposta ha avuto un fatturato superiore a 5 milioni di Euro: in tal caso, però sarà pari non già al 60% dei canoni di locazione bensì al 20% e non già al 30% per gli affitti di azienda (e di rami d’azienda) bensì al 10%.

Inoltre, la Commissione Bilancio è favorevole all’eliminazione del riferimento ai fatturati del precedente periodo di imposta dando così la possibilità di usufruire del beneficio fiscale anche alle imprese avviate successivamente al mese di maggio 2019, finora impossibilitate ad accedervi.

Il miglioramento non pare particolarmente soddisfacente perché, a maggiori fatturati spesso corrispondono maggiori investimenti immobiliari, e dunque la diminuzione delle aliquote per gli imprenditori che fatturano più di 5 milioni di euro l’anno potrebbe non rappresentare un beneficio apprezzabile.

L’ultima parola spetta però all’aula: vedremo se la Camera farà propria la proposta della Commissione Bilancio o se riserverà sorprese.