Il cambiamento negli studi legali è già in atto da parecchi anni. La pandemia Covid-19 non farà che accelerare il processo su certi fronti.

Non cambierà certo la natura del consiglio legale, di cui ci sarà grande necessità viste le ovvie tensioni che si verranno a creare come conseguenza della pandemia e della crisi economica indotta dal lockdown mondiale.

Già nelle scorse settimane si è fatta sentire prepotente l’esigenza di interpretare le norme emanate a contenimento della pandemia, a supporto della clientela, anche internazionale, spesso disorientata.

Evoluzione generale.

Il legal advice.

La richiesta di consiglio legale si è fatta molto destrutturata negli anni recenti: spesso giunge in modalità frammentate e informali (email scarne, What’sApp, telefono), è spesso parziale, non sempre è accurata, sufficientemente dettagliata e comprensibile. È probabile che questo trend prosegua, anche se la mancanza di chiarezza iniziale possa comportare ritardi nello svolgimento dell’incarico.

Velocità.

D’altro canto “massima velocità nella risposta” è stato il leitmotiv degli ultimi anni, dietro richiesta dei clienti. Non è facile prevedere se le riflessioni emerse in questi giorni sull’effettiva necessità che tutto si debba necessariamente muovere con tale velocità lasceranno il tempo che trovano ovvero detteranno ritmi nuovi per il business e di conseguenza per la consulenza legale. È lecito chiederselo e ove accada anche la consulenza rallenterà il passo per farsi più riflessiva e ponderata.

Sostenibilità.

Se le riflessioni sul ripensamento del ritmo a cui ci muoviamo potrebbero anche spegnersi, ciò non accadrà probabilmente per la forte spinta, iniziata già mesi prima della pandemia, a far sì che tutto ciò che facciamo possa essere sostenibile per il pianeta: dovranno essere sostenibili gli operatori economici, e i loro legali dovranno supportarli in questo. Le stesse law firm dovranno essere gestite in modo sostenibile.

Costi.

È assai verosimile che, considerato il trend in atto e la crisi economica globale già in atto, i clienti chiedano di controllare da vicino i propri costi legali, rinnovando le richieste di ridurli al minimo. Stanno prendendo piede software implementati dai clienti volti al controllo del lavoro svolto da legali esterni: una maggior uniformità di questi programmi, auspicabile, potrà permettere una oculata gestione delle pratiche.

Valore aggiunto.

Sempre di più i clienti cercheranno di distillare il vero valore aggiunto che i propri consulenti saranno in grado di offrir loro. Ciò significa che gli incarichi riguardanti attività ripetitive o standardizzate passeranno in secondo piano, venendo percepiti come commodities.

Le specializzazioni, di converso, continueranno ad essere ricercate e valorizzate. Gli studi in grado di fornire assistenza ad ampio spettro mantenendo al contempo aree di specializzazione ben definite avranno vita più facile rispetto a studi generalisti.

Connessioni internazionali.

Il ripensamento della globalizzazione non farà venire meno l’esigenza di solide connessioni internazionali. Gli studi ben posizionati da questo punto di vista continueranno a profittare di network internazionali di colleghi esperti in varie aree del diritto. Purchè i contatti siano reali e non solo su carta.

Agilità.

Organizzazioni più piccole e flessibili potranno adattarsi più rapidamente ai profondi mutamenti in atto. Sarà comunque sempre necessaria un’ottima propensione a cambiamenti anche radicali.

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Evoluzione organizzativa.

Le riunioni.

Sempre meno clienti chiederanno incontri in studio, ma privilegeranno audio o video conferenze.

Probabilmente i meeting di persona verranno ancora preferiti per le negoziazioni importanti, le drafting session e i closing.

La carta.

Anche chi è rimasto affezionato alla carta si convertirà ad esaminare i documenti esclusivamente a video. Con notevole risparmio di carta.

L’accesso in remoto – lo smart working.

Con l’avvento dei sistemi in Cloud, gli studi selezioneranno software e modalità di lavoro che permettano allo staff ed ai collaboratori dello studio una perfetta connettività da remoto. Si punterà ad avere un ambiente di lavoro identico per chi si trovi fisicamente in ufficio e chi non lo sia, valutando soluzioni logistiche più informali, con spazi più contenuti ed organizzati diversamente, eventualmente utilizzabili a turno dagli utenti, a rotazione.

L’intelligenza artificiale.

Alcune funzioni legali saranno svolte con l’ausilio dell’intelligenza artificiale: per esempio le due diligence, ove sia richiesto l’esame di un gran numero di documenti simili tra di loro (verificabili perciò in modo standardizzato).

L’intelligenza artificiale verrà usata anche per gestire il knowledge management dello studio, vale a dire l’insieme di modelli di documenti, giurisprudenza e conoscenza accumulata negli anni, a servizio degli avvocati che lavorano nello studio e in ultima analisi del cliente.

Molte funzioni gestionali si avvarranno di qualche forma di AI, per esempio ai fini della generazione di report e preventivazioni.

Le nuove tecnologie.

Vi sarà grande spazio per le nuove tecnologie che assecondino i cambiamenti in atto: ne abbiamo avuto un saggio già nei giorni del lockdown, con picchi di richieste alle società tecnologiche per quelle organizzazioni che non si erano organizzate prima.