L’Avv. Claudio Cocuzza interviene nel dibattito con una lettera al direttore pubblicata oggi su Il Sole 24 Ore, in collaborazione con Confimprese.
Non vi è dubbio che il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19 sia una situazione nuova e crei più di un dubbio interpretativo circa i riflessi indiretti delle misure adottate da Governo e Regioni sui contratti di locazione e di affitto di ramo d’azienda in essere. È opportuno mantenere una visione obiettiva del diritto e non dimenticare la sua funzione pratica.
Da alcune settimane molti negozi sono chiusi al pubblico come stabilito dal DPCM dell’11 marzo 2020. Cosa succede al canone dei retailer per l’utilizzo di tali locali? È dovuto anche in una situazione in cui il retailer non può utilizzare il bene?
In modo dettagliato l’Avv. Cocuzza spiega come mai il canone non sia dovuto in quanto il bene non assolve in questo momento – a causa dell’ordine dell’autorità – alle funzioni per le quali è stato locato. Non esistono ricette miracolose, ma una scelta pragmatica e di buon senso potrebbe essere quella di interrompere i pagamenti fino all’ordine di chiusura e invitare le controparti a negoziare nuovi accordi nell’ottica di ripartire insieme e –insieme- intercettare la ripresa.

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