Decreto Ristori – stanziamenti a fondo perduto
Il 27 ottobre 2020 il Consiglio dei Ministri ha approvato il DL n. 137 del 28 ottobre 2020, cosiddetto “Decreto Ristori”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 269 del 28 ottobre 2020, emesso a seguito delle misure restrittive adottate con il DPCM del 24 ottobre 2020.
In particolare, ai sensi dell’art. 1 del Decreto Ristori è riconosciuto un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti che, alla data del 25 ottobre 2020, hanno la partita IVA attiva e dichiarano di svolgere come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO riportati nell’allegato 1 al decreto (“Allegato 1”).
Ciò detto, l’Allegato 1 non deve essere considerato esaustivo in quanto, ai sensi del comma 2 dell’articolo in esame, è riconosciuta la facoltà in capo al Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze di individuare, con uno o più decreti, ulteriori codici ATECO riferiti a settori economici aventi diritto al contributo a condizione che tali settori siano stati direttamente pregiudicati dalle misure restrittive adottate con il DPCM 24 ottobre 2020.
Il contributo previsto cambia a seconda della tipologia di attività commerciale ed è calibrato in base alle restrizioni che sono state previste dai provvedimenti anti-Covid: ad esempio è più alto per le discoteche e le sale da ballo, che sono chiuse da agosto, scende per ristoranti e palestre, ed è più basso per i bar.
Il requisito fondamentale per ottenere il contributo è la perdita di fatturato ad aprile 2020 sullo stesso mese del 2019. Per avere diritto al contributo bisogna aver incassato un terzo in meno: il fatturato di aprile 2020 deve essere inferiore ai due terzi rispetto ad aprile 2019. Fanno eccezione le attività aperte dopo il primo gennaio 2019, a cui il contributo spetta anche in assenza di questo requisito.
È inoltre importante precisare che al fine di determinare correttamente i predetti importi, si fa riferimento alla data di effettuazione dell’operazione di cessione di beni o di prestazione dei servizi.
Ci sono tre fasce di contributo previste, in aumento rispetto a quanto è già stato possibile incassare in base al decreto Rilancio: 400%, 200%, 150%. Il Decreto Ristori dettaglia, nell’Allegato 1, quale percentuale si applica ai diversi codici ATECO.
Per chi ha già ricevuto il contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio il calcolo di questo ulteriore contributo è semplice: basta applicare la percentuale in aumento relativa al codice ATECO a quanto già incassato nei mesi scorsi. Per queste imprese sarà tutto automatico, non dovranno presentare alcuna domanda, il contributo previsto dal Decreto Ristori arriverà loro direttamente sul conto corrente con un bonifico da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Per chi non ha ancora ricevuto il contributo previsto dal Decreto Rilancio il ristoro è riconosciuto previa presentazione di apposita istanza esclusivamente mediante la procedura web e il modello approvati con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 10 giugno 2020.
Per loro la procedura di calcolo del ristoro è la seguente:
- Imprese con fatturato 2019 fino a 400.000 euro: prima si calcola il 20% della perdita di fatturato di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019. Poi, si applica la percentuale prevista dal Decreto Ristori per la propria categoria.
- Imprese con fatturato 2019 fra 400.000 e 1 milione di euro: prima si calcola il 15% della perdita di fatturato di aprile, poi si applica la percentuale prevista dal Decreto Ristori.
- Imprese con fatturato 2019 fra 1 e 5 milioni di euro: prima si calcola il 10% della perdita di fatturato di aprile, poi si applica la percentuale del Decreto Ristori.
- Imprese con fatturato 2019 sopra i 5 milioni di euro (erano escluse dal DL Rilancio): l’indennizzo è sempre pari al 10% della perdita di fatturato di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019.
Esempio di calcolo. Un’attività che nel 2019 ha incassato meno di 400.000 euro, ad aprile 2020 era chiusa (quindi non ha fatturato), mentre in aprile 2019 ha incassato 10.000 euro. Applica il 20% all’intero fatturato di aprile 2019: risultano 2.000 euro (la somma a cui aveva diritto in base al decreto Rilancio). Per calcolare il nuovo contributo applica poi le percentuali del Decreto Ristori:
- es. ristorante (cod. ATECO 561011): contributo pari a 4.000 euro (il 200% di 2.000 euro),
- es. bar (cod. ATECO 563000): contributo pari a 3.000 euro (il 150% di 2.000 euro).
Un’ ultima avvertenza.
Ci sono un tetto minimo e uno massimo.
Il contributo minimo è pari a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per le imprese. Il massimale è invece di 150.000 euro, quindi il contributo non può in ogni caso superare questa cifra.
Sono esclusi dal contributo coloro che hanno aperto la partita IVA dopo il 25 ottobre 2020.